“My Hero Academia – the movie: Two Heroes” (Boku no Hīrō Academia – the movie: Futari no Hīrō) è il primo film tratto dal celebre manga di Kōhei Horikoshi.
Non mi dilungherò troppo sulla serie originale da cui è tratto, perché vorrei provare a fare una recensione mirata e sintetica. Per chi non ne sa nulla ed è curioso (anche se dubito verrebbe a leggere qui), rimando a un mio successivo post in cui recensirò la serie principale – oppure a un qualunque sito informativo, tipo Wikipedia, che forse è pure più semplice e immediato.
Partiamo subito con la domanda
fondamentale: mi è piaciuto? Nì. Pistola alla testa, però, propendo più per il no che
per il sì.
Come ho già detto per “TheSeven Deadly Sins – Prisoners of the Sky”, è facile che un film d’animazione
tratto da un anime di successo non sia di particolare impatto, neppure per i fan della serie. Anzi, forse
soprattutto per loro. Tuttavia, “MHA – Two Heroes” è fin troppo scontato e riassuntivo persino per quella casistica... e soprattutto stanca non appena entra nel vivo.
Le premesse non sono neanche malaccio: un parco a tema sta per essere inaugurato su un’isola iper-tecnologica, allo scopo di presentare in modo divertente le
invenzioni sviluppate dagli scienziati che abitano lì. Non si tratta di studiosi qualunque, ma di coloro che nella vita si occupano specialmente di fornire supporto agli Heroes.
Tuttavia,
l’atollo di cemento e ritrovati cyber-tech viene preso di mira da un gruppo di Villain
proprio durante la visita di alcuni finanziatori e del celebre eroe All Might.
Assieme a lui, ovviamente, compariranno quasi tutti gli alunni del Liceo Yuei,
la scuola per supereroi dove studiano i protagonisti della serie principale… e
qui arriva la prima stonatura. Da un lato, un paio di personaggi comprimari
tutto sommato interessanti e ben caratterizzati, con tanto di flashback sul
periodo giovanile del Number One Hero; dall’altro, il solito gruppetto di aspiranti
eroi che si trova riunito per caso e in modo così forzato da apparire del tutto
implausibile, anche per il più permissivo dei fan. Io, per intenderci, sono di
bocca buona, ma pretendo che il patto narrativo sia rispettato il più
possibile: se viene a mancare quel minimo di credibilità che rende coerente una
storia, come faccio a non trovare la narrazione straniante? Passino le visite fortuite di due o tre
amici del protagonista principale, Izuku Midorya, ma tutta la classe? Alcuni compagni,
addirittura, sono lì perché stanno svolgendo un lavoretto estivo. No, dai.
Implausibile.
Ovviamente, verranno tutti
coinvolti nell’attacco del Villain di turno e dei suoi scagnozzi… e anche qui,
deglutiamo a fatica. L’antagonista è tratteggiato in modo semplicistico, senza
spessore e con un potere che più banale non si può. Insomma, risulta incapace di colpire lo
spettatore in qualsivoglia modo: non lo odi, il che toglie pathos ai duelli, ma nemmeno riesci a empatizzare con lui. Al massimo,
provi un po’ di fastidio per il fatto che sia qualcuno di così poco carismatico a rappresentare una minaccia. Sarà che la serie principale ci
ha abituati ad altri standard, ma manca completamente d’impatto.
I suoi
aiutanti, poi, sono del tutto irrilevanti (e rendono ancor meno interessanti i
già poco entusiasmanti combattimenti di intermezzo).
L’animazione, quella sì, non è
affatto male, e i personaggi si muovono in modo
splendido e fluido anche nei momenti di massima concitazione.
Dunque, solo il lato tecnico ha qualcosa da offrire? No, non proprio. In realtà, è costruito in modo molto efficace il
parallelismo tra All Might e Deku/Midorya, vero leitmotiv anche della prima parte del manga. Grazie ad esso si esalta – per via di alcune buone trovate registiche – il
concetto di passaggio di consegne tra maestro e allievo, sottolineando l’ottima
costruzione del personaggio principale e lo spessore della sua crescita
caratteriale.
Bon, stop. Per il resto vale quanto sopra. I fan si godano questa ora e mezza abbondante di MHA consci che non ci troveranno nulla di nuovo; se l'obiettivo, invece, è quello di sbocconcellare la formula già sperimentata nella serie principale, allora buon appetito.
Bon, stop. Per il resto vale quanto sopra. I fan si godano questa ora e mezza abbondante di MHA consci che non ci troveranno nulla di nuovo; se l'obiettivo, invece, è quello di sbocconcellare la formula già sperimentata nella serie principale, allora buon appetito.